William Hogarth

18/10/2025

La pittura di William Hogarth (Londra, 1697 - Londra, 1764) è stata semplicemente incredibile per i tempi in cui è stata realizzata, in quanto riesce a mettere in evidenza gli stili di vita dell'epoca con ironia, ma anche con una capacità pittorica al passo coi tempi e allo stesso tempo, rispettosa della tradizione e della costruzione plastica.

Per questo, Hogarth non giunge mai a una pittura carente da un punto di vista strutturale: nei suoi ritratti, di eccezionale qualità accademica, si coglie anche l'influenza della lezione tradizionale, con spunti particolari, tra i quali le sfumature date da una pennellata veloce e luminosa.

Ma l'incredibile caratteristica di Hogarth, la qualità che ce lo fa considerare un gigante della storia dell'arte, è la realizzazione di scene di vita quotidiana inglese, come I matrimoni alla moda (1750), in cui anticipa di un secolo le immagini della borghesia che saranno tipiche dell'Impressionismo.

La differenza con J.B.Greuze (1725-1805), il pittore francese che dipinge le stesse tematiche, sta nell'affrontare questi stessi argomenti con ironia. Spiccano in Hogart, la grande orchestrazione degli arredi delle case borghesi, più ricche all'apparenza di quelle parigine.

Hogarth pone l'accento anche sulla stanca ripetizione di rituali religiosi o sociali il cui senso viene demistificato.

Oltre a scene di vita quotidiana come Matrimonio alla moda, abbiamo anche la rappresentazione di un comizio elettorale in cui il candidato viene portato in processione, Chairing the Member (1755), dalla serie The Humours of an Election. Quindi abbiamo delle immagini che mostrano la campagna elettorale, che non erano mai state realizzate in precedenza da pittori di un certo livello, perché considerate scene di genere non destinate a grandi committenti.

Anche Giuseppe Maria Crespi (Bologna, 1665 – Bologna, 1747), arrivò a dipingere la Fiera di Poggio a Caiano (1709), in cui vediamo una scena ricca di animali e paesaggio, ma dipinta sempre con terre scure, in un'atmosfera che può ricordare un paesaggio dei Carracci, del secolo prima, anche se con accenti di novità ravvisate nei personaggi. Mentre nel resto della produzione il Crespi alterna scene mitologiche a scene d'arte sacra, così come da tradizione.

Mentre l'arte di Hogarth riflette un progresso inteso come critica e riforma sociale, tipico di una società proto-industriale come quella inglese, quella di Crespi si concentra sul linguaggio pittorico, un'attenzione maggiore all'intimismo e alla psicologia dei personaggi, a un distacco dalle rigide convenzioni accademiche, in rottura con l'arte celebrativa del Barocco ma senza una netta cesura.

Entrambi gli artisti furono espressione di direzioni diverse, pur riflettendo le priorità culturali e sociali dei rispettivi Paesi. L'uno più legato a un progetto sociale (Hogarth), l'altro più a una pittura di genere che Crespi declina secondo un carattere proto-borghese, attento alla realtà della vita quotidiana, lontana dalle rivoluzioni intellettuali, politiche e sociali del Nord Europa.

L'alter ego di Hogarth in Italia -per successo- può invece essere considerato Canaletto, per i costumi e scene corali estremamente dettagliate, sebbene non vi siano accenti di analisi sociale, morale o ironia che potrebbero essere invece rintracciate in Pietro Longhi (1701-1785), attento al teatro di Goldoni.

I suoi quadri, come Il Ridotto (1750) o Il Caffè, ambientati in case da gioco o sale da tè, non hanno la feroce satira morale di Hogarth, ma offrono una visione intima e ironica delle piccole scene di vita, delle frivolezze e delle mode, proprio come un attento osservatore del teatro quotidiano.

Canaletto non si occuperà solo di vedute di Venezia, molto apprezzate dai nobili inglesi ma riporterà in maniera oggettiva abiti e mode degli abitanti del tempo, così come succederá successivamente in fotografia.

(in foto:William Hogarth, Matrimonio alla moda, 1743, olio su tela, 69,9x90,8 cm., National Gallery, Londra part.)