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Alcune figure retoriche riconoscibili nei quadri: la psicologia della Libertà 

19.03.2025

Proviamo ad analizzare il quadro secondo criteri che non siano quelli tradizionali come quelli geometrici comuni a molte opere; procediamo a riconoscere alcune delle figure retoriche utilizzate da Delacroix o ipotizziamole (a prescindere dal fatto che siano volute o non volute dall'autore: questo è lo spunto di una riflessione che può anche essere di stimolo per un approfondimento di storia dell'arte).

In primis abbiamo l'analogia tra la Libertà (donna con i seni esposti: allegoria), la Rivoluzione (berretto frigio in testa) e la nazione francese che viene simboleggiata dalla bandiera. Questa scelta ha attirato molte antipatie verso l'artista da un punto di vista politico perché è stato considerato forse un nazionalista o un borghese al servizio dell'alta borghesia. Il quadro forse preferito dai critici di Delacroix potrebbe essere il 'Quarto stato' di Pellizza da Volpedo, un quadro più composto e marziale dell'ambigua, patetica e suggestiva rappresentazione di Delacroix ma che verrá realizzato solo a fine XIX sec. Altri ritengono gli 'Spaccapietre' di Courbet del 1849 o l'Angelus' di Millet del 1858 dei quadri più vicini alle classi più disagiate e più coerenti con gli ideali della rivoluzione francese. In secondo luogo abbiamo una sinestesia cioè avvertiamo una sensazione negativa costituita da immagini di morte (cadaveri) e una positiva, verso la figura eroica verso la quale converge la composizione; quindi l'ascensione progressiva, il cosiddetto climax della letteratura (cioè uno schema compositivo che culmina in un punto del quadro), l'apoteosi, diciamo così; questa scena cruciale è proprio il profilo della 'Marianne' (di profilo come nelle monete), che non si trova al centro del quadro (asimmetria), così come molti elementi sono non finiti o nebulosi, e quindi ambigui e allusivi (allusione).

Alcuni non pensano alla figura della 'Venere di Milo' (II sec. a.c.) come riferimento a questa donna ma propendono per una 'vittoria alata' (come la Nike di Samotracia - II sec. a.c.), anch'essa al Louvre ma anche ad una 'Athena promachos' (V sec. a.c. - Atena che combatte in prima linea). Tra gli altri elementi retorici di questo quadro vi é l'identificazione, l'identificazione dell'autore in un soggetto rappresentato: quello a sinistra con il cilindro, così come è possibile considerare gli elementi di questo quadro come simulacri, cioè delle rappresentazioni che in verità nascondono ciascuno un significato recondito; quindi abbiamo anche altri elementi di non grandissimo valore come le armi, elementi di curiosità come le giubbe tenute dai soldati semplici caduti così come altre vittime della stessa tragedia.

Viene forse usata la sineddoche (la parte per il tutto) sull'immagine di Notre Dame che alla sua base ha dei soldati (un plotone di soldati) e si trova vicino alla pistola della mano del bambino che verrà poi considerato come il Gavroche (così come sembra che ad ogni personaggio del quadro ne corrisponda uno del libro) di Victor Hugo nei Miserabili: quindi il particolare per il tutto. Nelle arti figurative questa figura retorica può consistere nella riproposizione dello stesso quadro in piccolo, all'interno della stessa superficie.

Questa moltitudine di significati che vengono acquisiti dall'immagine principale che viene ostentata, altra importante figura retorica (di cui parla U. Eco per la Pop Art: la Marilyn o i barattoli di Warhol non sono che ostensioni) ed è propria dei feticci, dei totem, della 'donna' protagonista che è una ostensione; quindi il quadro è diviso in due parti, una parte in alto e una in basso: la parte in alto è tagliata; i tagli fanno intendere che c'è qualcos'altro e questa mancanza è molto suggestivo: potrebbe essere considerata una censura o una rimozione.

Non ultima va citata la grandezza del quadro che ricrea una sorta di setting (ambiente) vissuto dal bambino nei confronti del padre o della madre così come ci conferma la psicologia; ma questa del setting è una condizione che noi ritroviamo in tutte le opere di grande dimensione della storia dell'arte: l'autorità di fronte alla quale vi è una regressione.

La tecnica è in conclusione un grande mistero di questo quadro perché alcuni pensano che sia il prodotto dell'antagonismo nei confronti del Neoclassicismo, cioè della contrapposizione al genere precedente; la tela è stata inoltre ripresa con delle ridipinture, quindi sovrapposizioni di strati di colore. Ci testimonia le esperienze accademiche e pittoriche dell'autore, il suo antiaccademismo, amico del decadente Baudelaire e tanti scrittori; aveva un'idea di rapidità del disegno e della pittura che anticipa la pittura a macchia impressionista? Negli stessi anni c'è già stata una mostra dei pittori inglesi Constable e Turner a Parigi (1824) dai quali potrebbe aver ripreso quelle idee; questo dà una sensazione appunto che ritorna nel campo della sinestesia di cui dicevamo in precedenza, che fa vedere il tutto molto immerso in un'atmosfera così come avviene nei quadri dei due pittori inglesi.

Alcune caratteristiche grazie alle quali possiamo giudicare questo quadro sono:

 la condensazione: quindi più elementi all'interno dello stesso quadro (figura di simbolici reconditi), la censura: con quel taglio della bandiera che si trova al di sopra e che quindi ci fa immaginare che la bandiera sia più grande e che ci sia un'altra scena al di sopra; la simultaneitá: sembra nonostante tutto che vi sia una sorta di totalitá omogenea che contrasta con il divenire dei personaggi in avanti, un congelamento dei movimenti che potrebbe preconizzare l'affermazione della nascente fotografia, come un 'fermo immagine'. Secondo E. Gombrich, Delacroix non é l'espressione del progresso nell'arte perché era profondamente rispettoso dei classici e non sarebbe esatto definire 'progresso' il prodotto pittorico di Delacroix solo perchè frutto dell'antagonismo tra un genere e l'altro della storia della pittura; eppure potrebbe esserci una sorta di superamento di alcune prassi precedenti;

L'utilizzo di numerose elementi consci e inconsci costituiscono il 'kunstwollen' del quadro inteso come espressione di tutta una serie di attività dell'epoca, di un certo contesto, così come in architettura vediamo l'affermarsi di nuove tecniche costruttive.

Si tratta di molti elementi destinati ad assumere un carattere determinante solamente con l'Impressionismo (saranno considerati programmatici a latere) perché non ci sarà un filo comune teorico  tra la fotografia e l'Impressionismo, o tra la chimica e l'impressionismo (così come avverrà per le successive avanguardie del '900), ma verranno considerati ovvi. Così come la pittura a macchia di Monet che è erede della pittura romantica di Delacroix viene ripresa da Constable e Turner: quindi abbiamo una serie di spostamenti

Uno degli altri elementi scatenanti, in conclusione, è la rimozione dell'opera che viene esposta solo in alcune circostanze perché è considerata pericolosa nei confronti delle autorità di governo ed esposta stabilmente solo a partire dal 1863, grazie a Napoleone III nei saloni del Louvre.

In merito al fatto che questo quadro abbia ispirato e fatto nascere altre opere ci conferma la sua funzione di stimolo alla fantasia e alla creatività di intere generazioni. 

Non ultima vi sarebbe la lettura 'selvaggia' freudiana. Delacroix perse il padre a otto anni e con la madre benestante Victoire Oben, di rango nobiliare, si trasferì a Parigi dove il giovane si dedicò alla pittura. Ma questa è una storia che vi lascio immaginare. 

(D.T.)