Una recensione del libro Mentalitá e Arte dal Settecento all'attualitá

27.12.2025

E' difficile affrontare l'argomento dell'arte in un'epoca come quella attuale, ricca di nuove iniziative, opere e suggestioni, che spesso non rimandano direttamente alla galleria d'arte, ma che, con il passare degli anni, entrano in maniera prepotente e a volte subdola, nelle classifiche dei modelli interpretativi di questa etichetta. 

L'arte contemporanea è forse peraltro conclusa con le opere attuali, le quali dimostrano la propensione di artisti e committenti a una dominazione del mercato primario, piuttosto che alla comunicazione di valori superiori.

Sebbene sia così dal Dopoguerra, grazie all'impulso dei galleristi newyorkesi, ai quali gli europei hanno risposto con una timida presenza istituzionale francese e in qualche modo italiana, sebbene collegata ad alcuni outsider d'oltremanica, l'Arte attuale non sembra avere risposte al problema della forma piramidale del mercato, ma ne conferma la struttura, sempre più caratterizzata dal ruolo apicale dell'alta finanza anglosassone. Così più che piramidale la forma del mercato sembra assumere la forma del monolite o dell'obelisco, occupato dal 99% dell'investimento statunitense.

Anche se ciò sembra ovvio, cioè che esistano prodotti più o meno costosi, così come in tutte le cose, automobili, libri, case, cosmetici etc... l'analogia crea un effetto d'equivalenza tra i prodotti di consumo e le arti, che provoca una serie di problemi di comprensione difficili da risolvere e che caratterizzano la confusione attuale.

Il valore monetario di un'opera purtroppo ne determina in buona parte l'egemonia, soprattutto nei mass media, i quali del valore monetario vivono, in quanto gran parte di esso è di buona norma dedicato alla distribuzione, alla pubblicazione, ai rapporti e alla circolazione. Non a caso il maggior numero di transazioni all'asta è di Andy Warhol, l'autore degli anni '50 che proprio all'aspetto strumentale e relazionale, dava il massimo contributo. 

Da allora ci sono stati vari passaggi, con valori all'asta sempre più alti, fenomeno che ha allontanato sempre di più il mercato 'primario' alla cima della piramide, da quelli secondari e inferiori alla 'base' della piramide, costituita da prodotti demoetnoantropologici: cucina, prodotti di consumo, disegno, dilettantismo, arredo etc... Tale allontanamento del vertice della piramide l'ha resa più simile ad un obelisco, che evoca l'idea di un blocco verticale impenetrabile e totalizzante, dove l'investimento finanziario non è più un supporto all'arte, ma l'arte stessa.

E' qui che il concetto di 'Mentalità di trasformazione' viene messo in campo nel libro 'Mentalitá e arte dal Settecento all'attualitá' perché, se da una parte il monolite finanziario e aberrante dell'arte sembra essere impenetrabile agli occhi del realismo comune, dall'altra ci rendiamo conto che è solo un riflesso delle inadeguate politiche economiche del Vecchio continente e da una inadeguata istruzione collettiva e massificante.

E' l'arte come 'messaggio' anziché prodotto, o per meglio dire come 'modello', che proprio non viene accettata dal gran numero di assertori delle belle arti.

Non è più possibile oggi pensare all'acquisto di arte ai fini decorativi e residenziali, di fronte a una spesa personale ingente, l'arte è comprensibile solo come 'monumento' sia esso pubblico che finanziario.

In questo scenario, appare emblematica l'assenza, o meglio l'emarginazione, dai flussi del grande investimento, di figure che hanno fatto della riflessione etica e storica il loro baricentro.

Pensiamo alla densità materica e spirituale dei monumenti ai caduti o religiosi, queste  voci  interpretano l'arte come un corpo vivo di storia e di pensiero ma vengono oggi oscurate dall'eccessiva e quasi ossessiva presenza scenica di figure Neo pop come Jeff Koons o feticizzate come gli Impressionisti, proiettati nelle Video mapping, arte emergente che in Italia realizza la più lunga Galleria di video proiezione su opere astratte o figurative colorate.

Il trionfo dei prodotti Neo-Pop o Pop non è casuale: essi sono la perfetta emanazione del 'monolite' finanziario. Laddove un nuovo monumento ai caduti, il ricordo o l'arte sacra richiedono una 'Mentalità di trasformazione' — un impegno attivo dell'osservatore per decodificare il trauma e la bellezza — i prodotti neo pop offrono una gratificazione immediata, lucida e seriale, progettata per integrarsi perfettamente nelle dinamiche del mercato primario statunitense.

È la vittoria del gadget colossale sul messaggio profondo, del possesso sull'appartenenza a contenuti sempre più necessari alla convivenza e alla condivisione, il cui senso, in tempi di guerra, sembra tanto assurdo quanto incomprensibile.